Noi canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, e le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.
Filippo Tommaso Marinetti, Manifesto del futurismo, Parigi 1927
Vi è stata un’epoca in cui il nostro paese si è innamorato del progresso. I motori, le macchine, le industrie. Erano gli anni, tra fine Ottocento e inizi del Novecento, in cui si diffondeva l’industria meccanica, la lavorazione dell’acciaio, la produzione di elettricità.
Di questo ha bisogno l’Italia, di tornare a innamorarsi del progresso e dell’industria. Questi filmati testimoniano che, riguardo all’estetica, i futuristi avevano ragione: l’industria e il progresso possono essere sinonimo di bellezza.
MATTER GRUPPO LUCEFIN
Regia Mario Donadoni
Musiche Matteo Parolini
Riprese Stefano Giambellini, Fabio Fassini
Montaggio e Postproduzione Arkadi Fomintsev
INDUPLAST
Regia, Riprese e Montaggio Mario Donadoni
Musiche Matteo Parolini